in Dicono di noi » web, 24 Maggio 2014
Le origini del borgo della Scola, la cui esistenza risale al VI sec. – uno dei meglio conservati dell’Appennino Bolognese – è sicuramente documentata dal 1385, edificato dai maestri Comacini in posizione strategica: alta sulla vallata sottostante e adiacente agli incroci delle strade che a livello locale erano le più importanti . Proprio da questi caratteri deriva il nome Scola; che radice ha il termine Scola? Per alcuni SKult dal tedesco nel senso di soldato d’avanguardia – vedetta per giungere in ultimo all’espressione sculca nella legislazione longobarda, nell’editto di Rotari del 643/654 e nella successiva normativa del 744 – 749 di Ratchis con la quale il termine era riferito all’esercito par disegnare quei gruppi di soldati itineranti con mansioni di vigilanza, di esplorazione. Pertanto luogo militare, qui passava il confine che divideva l’Esarcato dalle terre dei Longobardi, la vocazione di posto di difesa, di baluardo contro i nemici venne con il tempo rafforzata grazie alla costruzioni delle mura e delle torri. L’aspetto attuale del borgo si è formato tra il XIV e XVI quando gli abitanti del contado presero possesso delle terre lasciate dai monasteri e dalle famiglie nobili che rientravano nelle città. Le torri, non più come mezzi di difesa, si trasformarono in abitazioni sotto le abili mani dei Maestri Comacini che operarono in queste zone a partire dal ‘300.