Una breve nota biografica di Alfredo Marchi
Alfredo Marchi, nato a Vergato nel 1952, è uno scultore per passione che nel corso degli anni ha affinato la “tecnica” diventando scultore di diverse materie quali l’arenaria, il marmo ed il legno.
Autore di ricerche storiche su Vergato e dintorni, nel 2018 ha scritto il libro “Storie di pietre di scalpellini”, presentato a Scola alla presenza delle Autorità, e che ben presto è diventato un vero e proprio manuale degli scalpellini. Alcune sue opere in arenaria sono state esposte anche presso la sede dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia- Romagna.
Quest’anno in collaborazione con il geologo Stefano Vannini e lo scalpellino Giancarlo Degli Esposti, ha tenuto un corso sulla lavorazione della pietra, un primo effettivo passo verso la scuola degli scalpellini.
Nel nostro Appennino si possono ammirare diversi lavori di Marchi, tra cui segnaliamo l’opera scultorea “Mai più” a Tolè che vede al centro un fucile con la canna annodata e di fianco due mani libere dall’arma e che vuole ’gridare’ alla pace tra i popoli, non a caso la cerimonia di inaugurazione si è svolta il giorno della Festa della Repubblica Italiana. Sempre a Tolè, nel parco e in alcune vie del paese, si trovano altre sculture di Marchi.
Altra opera in arenaria di notevole pregio è “Nei fiori è la vita mia” a Castel d’Aiano e che ricorda la figura di Sara, nota a tutti come la Fatina dei fiori la quale proveniva da Villa d’Aiano e ogni mattina saliva presto sulla corriera con la cesta dei fiori raccolti nei prati e boschi dell’Appennino e portava un po’ di colore a Bologna.
A Vergato segnaliamo la scultura in arenaria dedicata al veterinario dott. Monti in galleria 1° Maggio e alcune altre opere esposte sulla via Bacchetti.
L’artista ha recentemente avuto la visita nella propria casa/laboratorio del noto prof. Vittorio Sgarbi al quale ha regalato una scultura in legno precedentemente richiesta per l’acquisto, perché una particolarità di Marchi è che non vende ma “regala” le sue opere.
I PRESEPI
Sin da bambino, Alfredo Marchi era chiamato da suo padre ad aiutarlo nel costruire il presepe che per molti anni egli aveva il compito di allestire nella chiesa di Vergato. Il padre gli trasferì così l’interesse per questa rappresentazione che ha appassionato Alfredo fino ad oggi e che troviamo come soggetto in molte sue opere sia su legno che su pietra.
A metà degli anni ’80 Alfredo Marchi e Renzo Bressan cominciarono ad allestire, in vetrine della piazza di Vergato o direttamente sulla strada, delle rappresentazioni presepiali che avevano lo scopo principale di rompere con la tradizione e provocare, per ridare al Natale il suo vero significato, proprio fra le vetrine piene di regali, le luci e le feste di piazza. E’ in questo contesto che nel 1989 vennero costruite le sagome in legno di recupero che, inaspettatamente per gli autori, avrebbero avuto una lunga vita. Itineranti per vari anni, passando da Palazzo Accursio a Bologna alla Repubblica di San Marino e ad altre località della provincia, da tempo sono ormai diventate parte integrante del borgo di Scola durante i periodi natalizi.
Nel frattempo, Alfredo Marchi ha continuato ad esprimersi artisticamente ideando presepi o semplici Natività che a volte hanno avuto come prima collocazione la chiesa di Vergato, altre volte le piazze di comuni limitrofi. Più spesso la Natività ha dato ad Alfredo lo spunto per creare tante Maternità espresse anche in maniera idealizzata e simbolica.
Segnaliamo il grande e pregevole presepe in arenaria nella piazzetta di Labante dal titolo “Il Dono” e la natività il legno nella chiesa di Pioppe dal titolo “Padremadrefiglio”.